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La tirannia del merito

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  Ho un debole per Michael Sandel, le sue lezioni e i suoi libri. Ho letto quindi con grandi aspettative il suo ultimo libro, dedicato alla simpatica demolizione del concetto di merito, parola che in realtà contiene già un giudizio invece che un metro di giudizio. Il libro contiene alcune intuizioni molto interessanti illustrate da Sandel con la solita maestria.   La frase "in una società caratterizzata da disuguaglianza, quanti stanno ai vertici vogliono credere che il proprio successo sia giustificato dal punto di vista morale" riassume la visione di chi pensa in cuor suo che "il sistema funziona" solo perchè lui ne è arrivato ai vertici.  Il ribaltamento politico destra-élite e sinistra-popolo è un altro dei temi cari a Sandel e nel libro trova ampio spazio, in cui si innesta la cosiddetta "retorica dell'ascesa", che altro non sarebbe che il mito del "chi ce la fa".  Nella seconda parte invece il libro diventa in maniera prevedibile più ri

The Powerful and the Damned

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L'ex direttore del Financial Times Lionel Barber pubblica i suoi diari raccolti durante i suoi 15 anni di direzione di uno dei più prestigiosi quotidiani finanziari al mondo. La forma è quella di un vero e proprio diario, in cui Barber in fondo aggiunge le sue riflessioni alla luce dei risvolti successivi. Spesso ironiche, a volte critiche nei confronti di se stesso e delle posizioni che il giornale (e lui stesso) avrebbero potuto prendere.  Profondamente inserito nel jet-set internazionale, Barber ci fornisce analisi di prima mano e gustosi insider su molti personaggi della vita pubblica, come quelli sul suo amico Mario Draghi. A questo proposito racconta un aneddoto molto interessante sul momento in cui Draghi sente "a portata di mano" la nomina alla BCE e chiede a Barber "ritieni che io possa farcela? la mia italianità può essere un ostacolo alla designazione?".  Barber lo rassicura che la sua è una candidatura forte ma Draghi non sembra convinto.  Con il sen

Fleishman a pezzi

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Gran bel libro. Fleishman a pezzi è scritto molto bene e con alcune intuizioni stilistiche sicuramente efficaci (la scrittura con più punti di vista) e piacevoli.  Taffy Brodesser-Akner è al romanzo d'esordio ma è una giornalista molto affermata (ha lavorato per GQ e New York Times) e sicuramente ha inserito molto della sua esperienza diretta.  Piccolo neo: il pistolotto femminista e retorico delle ultime pagine. Evitabile. Voto immediato 7,5/10. Voto dopo un mese 7,5/10